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Tavola rotonda previdenza complementare
27 Giugno 2018

Si è aperto con una tavola rotonda dedicata alla previdenza complementare il Consiglio Generale della Fit Cisl del Lazio convocato in seduta seminariale presso l’Hotel Appia Park di Roma. L’iniziativa, dal titolo “Previdenza complementare – Tra adesione generalizzata ed investimenti nell’economia reale – Un Punto di Svolta?” , ha registrato la partecipazione dei responsabili dei principali fondi pensioni negoziali di settore, (Giovanni Maggi – Assofondipensioni, Lorenzo Gradi – Astri, Osvaldo Marinig – Priamo, Fabio Ortolani – Eurofer, Alessandro Ruggini – Previambiente, Salvatore Casabona – Previdenza Cooperativa) con i quali è stata compiuta un’analisi intorno alle ultime novità introdotte dal legislatore in merito all’adesione generalizzata per via contrattuale ai fondi, le opportunità fiscali favorite dalla legge di bilancio 2017 in rispetto ai premi di risultato, le previsioni introdotte dalla Legge sulla Concorrenza (124/2017) con la quale si è aperto alla possibilità di stabilire la percentuali minima di TFR da destinare alla previdenza complementare.
La discussione ha quindi toccato anche il delicato tema degli investimenti nell’economia reale favoriti, come ricordato dal Segretario Generale della Fit del Lazio, Marino Masucci, anche dall’introduzione delle esenzioni fiscali previste nella legge 232/2016. Diverse le posizioni in merito emerse dal tavolo, in cui comunque ha prevalso una linea tendenzialmente prudenziale nella quale non sono mancati tuttavia dei distinguo rispetto alla mission dei fondi pensione ed i riferimenti agli attuali vincoli normativi e statutari che frenano operazioni incisive su questo versante. Unica voce fuori dal coro è stata quella di Giovanni Maggi, che ha invece insistito sulla necessità di implementare le quote di investimento soprattutto verso le piccole e medie imprese.
Marino Masucci ha chiuso i lavori richiamando alcuni casi significati di investimento nell’economia reale ad opera dei fondi previdenziali, sia in ambito europeo che internazionale, sulla base dei quali avviare dei percorsi tesi a favorire tale pratica che, in ogni caso, ha ribadito il Segretario, dovrà comportare una crescita, specie in termini di competenze, delle parti sociali per non perdere le importanti opportunità che questi istituti bilaterali sono in grado di esprimere per il bene comune.