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Fit-Cisl Lazio, domani il primo “caffè sindacale”: incontro l’autore del libro “La partecipazione disconnessa”

Come rinsaldare il legame tra cittadini e organi decisionali? Una società neoliberista è l’unica possibile?Incontro-dibattito con il Professor Michele Sorice – Giovedì 16 marzo, ore 11.00- Mansarda “Nico Piras”, via san Giovanni in Laterano 96.

Apatia sociale, anestetizzazione delle diversità, emancipazione dei cittadini che spesso si esaurisce in una mera possibilità di parola – magari sui social – , distanza tra persone e organi decisionali.

Saranno questi gli argomenti al centro del primo “caffè sindacale” organizzato dalla Fit-Cisl del Lazio per domani, 16 marzo, presso la mansarda “Nico Piras” in via San Giovanni in Laterano, 96, a partire dalle ore 11: un incontro-dibattito tra il Segretario Generale della federazione laziale  dei Trasporti, Marino Masucci e Michele Sorice, ordinario di Sociologia della comunicazione  e Comunicazione politica alla Luiss “Guido Carli” e autore del libro “La partecipazione disconnessa”. Nel corso dell’evento, saranno distribuite alcune copie del volume, di cui il Professor Sorice presenterà i contenuti: sarà un’occasione per riflettere sulla “disconnessione” in corso tra i cittadini reali e gli istituti democratici, per interrogarsi sui paradigmi generali di funzionamento della società e, con essi, sul ruolo del sindacato.

Secondo Sorice, la “partecipazione disconnessa si risolve in pratiche ritualizzate, spesso funzionali a far digerire decisioni già prese e prive di connessione con il tessuto sociale e politico”. Nel libro, la società attuale è descritta dall’autore come guidata da una sorta di paternalismo neoliberista, da un pensiero unico basato sul mito dell’efficienza e della performance: il risultato è l’aumento  delle disuguaglianze sociali, l’esclusione della fragilità e della diversità e il trionfo delle tecnocrazie.

A tutto questo, secondo il Professore, contribuiscono i nuovi sistemi comunicativi digitali che, lungi dal recepire davvero i bisogni dei cittadini, rappresentano un modo “di facciata” per dar loro voce, senza un reale ascolto.

È quindi questo l’unico mondo possibile? Secondo l’autore, gli attuali paradigmi possono essere ripensati e orientati verso una ‘società della cura’: quale potrebbe essere il contributo del sindacato? Le risposte a questa domanda saranno il frutto di una riflessione comune.

Per Marino Masucci, “i temi della ‘riconnessione’ con i cittadini reali, della cura di ogni persona e di ogni lavoratore nella sua peculiarità, della riscoperta – , soprattutto nel periodo della pandemia-, dell’importanza dei corpi intermedi, ci toccano da vicino. Per questo abbiamo deciso di dedicare il nostro primo caffè sindacale a un ripensamento comune dei presupposti impliciti su cui si basa la nostra società: potremo raggiungere obiettivi di miglioramento solo se riusciamo, prima, a individuarli in uno sforzo concettuale”.

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