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Ama, Masucci: “Qualsiasi veto su termovalorizzatore sarebbe incomprensibile”

Il sindacalista dopo l’incontro di oggi con l’assessora Alfonsi: “La mancata chiusura del ciclo dei rifiuti sul territorio costa ai cittadini 180 milioni di euro annui: esistono impianti di ultima generazione su cui si può sciare”

 

“Nel corso del tavolo di oggi con l’assessora capitolina all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti, Sabrina Alfonsi, e con il management di Ama, sono emerse novità importanti: il lancio di unità operative di Municipio è, a nostro parere, un ottimo metodo per diversificare la gestione dei rifiuti in una città che ha un’estensione territoriale di oltre mille chilometri quadrati e numerose e differenti conformazioni urbane. Anche la decisione di rinnovare la flotta dei mezzi del triennio va nella direzione che abbiamo proposto e indicato: insieme all’iter assunzionale recentemente sbloccato, queste azioni aiuteranno a risolvere le criticità. A monte di tutto, però, resta una priorità: la chiusura del ciclo dei rifiuti sul territorio, la cui mancanza costa ai cittadini 180 milioni annui. Si tratta di un tema su cui riteniamo inaccettabile, e riterremmo incomprensibile, l’imposizione di veti ideologici”.

E’quanto dichiara il segretario generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci, aggiungendo che “non ci stanchiamo di ripetere che esistono impianti di ultima generazione sul modello di Copenhagen, posto al centro della città e su cui si trova una pista da sci. Se cominciassimo a ritenere i rifiuti una risorsa e non un problema,  e a risolvere i problemi di sistema, Ama – il più grande operatore italiano nella gestione integrata dei servizi ambientali, con oltre 7mila dipendenti -, potrebbe diventare uno dei fiori all’occhiello della città. Entro la fine del mese i sindacati saranno coinvolti per un parere sul piano industriale: come Cisl abbiamo chiesto l’inserimento di un capitolo specifico sulla gestione programmata del personale e sulla valorizzazione delle risorse umane. Le conoscenze dei lavoratori, i più vicini alle luci e ombre del processo produttivo, sono un vero e proprio patrimonio, che come tale andrebbe trattato”.

 

 

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