Appalto Und – AMA: siamo alle solite, Roma Multiservizi usa i lavoratori come ostaggi
A pochi giorni dal termine dell’appalto per la raccolta porta a porta delle Utenze non Domestiche, continua l’incertezza sul futuro. Mentre attendiamo di discutere domani con Ama, in un tavolo convocato su nostra richiesta per provare a governare un passaggio così delicato, e che Roma Capitale dia segnali di vita, ci preoccupa il futuro di lavoratori usati come ostaggi, in particolare da Roma Multiservizi.
Nonostante la drastica riduzione dei servizi (dovuta alla chiusura della maggior parte delle attività commerciali, in queste settimane di emergenza Coronavirus) le lavoratrici e i lavoratori continuano a svolgere servizi essenziali quali la raccolta negli ospedali, nelle cliniche, nei supermercati e nelle caserme, oltre che nelle case circondariali.
Molte delle aziende impegnate in questo appalto hanno fatto ricorso al Fis, altre non hanno rinnovato i tempi determinati. È una situazione molto complicata per i lavoratori, ma rischia di diventarlo anche per la continuità del servizio.
Mentre in società come Avr continuiamo a registrare ritardi nei pagamenti degli stipendi, la situazione che ci preoccupa di più è quella di Roma Multiservizi e delle aziende componenti l’associazione temporanea di impresa (Isam srl, Sana Full Sistem srl e in subappalto Sea srl) continuano a sostenere di essere in uscita dall’appalto, infischiandosene della proroga chiesta da AMA che, va ricordato, ha non poche responsabilità sulla mancata pubblicazione di un nuovo bando. Questa scadenza doveva essere la parola fine a un appalto scritto male, iniziato male, e gestito peggio.
Roma Multiservizi è pur sempre una controllata di Ama che da anni utilizza i propri dipendenti come arma di scambio, nel silezio assordante della proprietà e della Giunta Capitolina.