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XIII Congresso Cisl Trasporti Lazio, il caso di studio Autostrade: con relazioni industriali partecipative,  la trasformazione digitale è diventata opportunità

Siamo in un’epoca di grandi trasformazioni: la transizione verde e quella digitale procedono a ritmi rapidissimi, secondo modalità e tempistiche che rischiano di travolgere l’occupazione e i lavoratori. Ciò che viene talvolta percepito come pericolo, tuttavia, attraverso il dialogo e un approccio partecipativo, può anche rappresentare un’occasione di riscrittura paradigmatica: un modo per non lasciarsi gestire dall’esistente, per cavalcare e orientare i cambiamenti, utilizzando i problemi come opportunità.

Questo il tema con cui si è aperta la seconda e ultima giornata del XIII Congresso della Fit-Cisl del Lazio, in corso al TH Roma-Carpegna Palace Hotel.

Il responsabile Ufficio Studi della Fit-Cisl del Lazio, Giuseppe Passacantilli, ha aperto i lavori con la descrizione di un caso di studio specifico, quello di Aspi: una realtà che negli ultimi anni è stata fortemente interessata dalle trasformazioni tecnologiche ma che, attraverso un sistema di relazioni industriali maturo, partecipativo e  improntato al dialogo, ha saputo tutelare e valorizzare il personale. Un esempio su tutti: attraverso un’operazione di reskilling del personale, la digitalizzazione del comparto esazione, che inizialmente ha creato timore e preoccupazioni, è diventata l’occasione per stabilizzare centinaia di persone.

La vicenda  è raccontata nel paper  Transizione green e digitalizzazione: la via partecipata di Autostrade per l’Italia come operatore integrato della Mobilità sostenibile, recentemente pubblicato da Edizioni Lavoro e frutto di una collaborazione tra l’azienda e la Fit-Cisl del Lazio: è firmato da Passacantilli insieme a Marino Masucci, segretario generale della Fit-Cisl del Lazio e al Responsabile Relazioni Industriali Autostrade per l’Italia, Marco Micaroni, con la prefazione del segretario generale della Fit-Cisl nazionale, Salvatore Pellecchia e un’intervista ad Antonio Cavallera, direttore Human Capital & Organisation – Autostrade per l’Italia.

Proprio Cavallera  è stato protagonista di un approfondimento, moderato da Masucci, sul passaggio dell’azienda da semplice gestore della mobilità a organismo complesso e integrato, profondamente interconnesso con i territori, l’ambiente circostante e i lavoratori. Dalla riflessione è emerso che se le transizioni a cui assistiamo rappresentano realmente cambiamenti di paradigma, dovrebbe essere ripensata la natura stessa delle aziende: non più realtà semplicemente subordinate alla logica del profitto ma comunità orientate alla sostenibilità. Tutto ciò indurrebbe a un ripensamento del ruolo degli stessi lavoratori: non più semplici dipendenti, ma voci di un coro, protagonisti di una realtà partecipata. Ed è proprio la voce di chi lavora che è stata ascoltata nel corso della mattinata, con la proiezione di una serie di video-interviste ai lavoratori Aspi, che hanno raccontato il loro vissuto e il loro rapporto con questi tempi di cambiamento: https://youtu.be/4QVCVfuGdGM.

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