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Uber, Masucci: “Contro la ‘falsa modernità’ la strada è tracciata, e prevede un percorso di tutele per i dipendenti della Gig economy”

“Molte delle migliaia di persone sul territorio del comparto chiedono maggiori garanzie”

“Crediamo che il dado sia ormai tratto, e la strada tracciata: il verdetto della Corte suprema della Gran Bretagna, secondo cui Uber dovrà concedere ai suoi 70mila autisti lo status di dipendenti, e l’obbligo di assunzione di 60mila rider, notificato recentemente alle aziende di Delivery in Italia, sono tutti segnali che vanno nella direzione che indichiamo da tempo: quella dell’equiparazione dei diritti dei lavoratori della cosiddetta ‘gig economy’ a quelli di chiunque svolga un’attività dipendente. Le migliaia di persone impegnate in questo tipo di lavoro sul territorio, da tempo chiedono un percorso di maggiori garanzie e tutele”.
E’quanto dichiara il Segretario Generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci, aggiungendo che “la domanda da farsi è una soltanto: è vero che gli operatori della ‘gig economy’ – centinaia di migliaia in Italia -, si accontentano di svolgere ‘lavoretti’ senza percorsi di garanzia, o si tratta di persone che svolgono lavori veri e propri, ma senza tutte le tutele previste da secoli di conquiste sindacali? Per parte nostra, siamo contro la ‘falsa modernità’, e riteniamo che non possa essere messo a repentaglio un importante patrimonio di battaglie in nome di una presupposta ‘innovazione digitale’”.

 

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