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Trasporto aereo, Fit-Cisl Lazio: “Nuovo esecutivo dia risposte a 40mila lavoratori diretti e indotto sul territorio”

“Non si deve perdere tempo: necessario agire presto e bene per rispondere a una crisi senza precedenti. Tavolo del 1° marzo sia occasione per ascoltare la voce di migliaia di famiglie. Sul territorio aperto tavolo permanente di confronto con Regione Lazio”

“L’insediamento del nuovo Governo, e la convocazione del ministro dei Trasporti Giovannini per il prossimo 1°marzo, devono essere occasioni per imprimere una svolta alle politiche di sostegno per i lavoratori del Trasporto aereo, che stanno attraversando un momento di crisi senza precedenti, e per far sì che la loro voce sia ascoltata. Ci si deve rimboccare le maniche subito, a ogni livello, per dare risposte a un numero impressionante di lavoratori, senza perdere tempo in polemiche e agendo con uno sforzo comune costruttivo, fatto di dialogo e di azioni rapide e concrete: ricordiamo che le comunità aeroportuali di Fiumicino e Ciampino danno da mangiare a circa 40mila famiglie sul nostro territorio”.
E’quanto dichiarano, in una nota congiunta, il Segretario Generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci, e il segretario regionale responsabile del dipartimento Trasporto aereo-Attività aeroportuali e porti, Stefania Fabbri, aggiungendo che “per quanto riguarda il Lazio, è già in piedi un tavolo permanente di confronto sul tema, che si pone come obiettivo la messa in campo di politiche attive per il lavoro nel comparto. In parole povere, la volontà è quella di prevedere percorsi di riqualificazione e ricollocamento per tutti, per non lasciare nessuna persona, nessuna famiglia, nessuna realtà indietro. E’tuttavia necessario un cambio di passo anche da parte del Governo, non soltanto sul rilancio e il sostegno a un comparto che rappresenta un asset cruciale per il sistema Paese, ma anche sul piano del precedente esecutivo per Alitalia, che riteniamo irricevibile”.
“Non è pensabile – si prosegue nella nota – che si proceda a un progetto che prevede quasi 6mila esuberi e soltanto 50 aerei: un Paese a vocazione turistica, che è inoltre una piattaforma logistica naturale come l’Italia, non può permettere che ‘piova sul bagnato’, e che alla crisi strutturale del comparto aereo si aggiunga il drastico ridimensionamento di una compagnia di bandiera che deve avere la propria dignità. Sul nostro territorio, gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino sono vere e proprie ‘porte’ sul Paese: non possiamo permettere che chiudano”.

 

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